
Indice
Introduzione
La cessione del quinto non è un finanziamento in sé, ma una modalità di rimborso di un prestito: consiste nel trattenere direttamente dalla busta paga o dalla pensione una quota mensile fino al 20% dell’importo netto per restituire il debito. Sebbene rappresenti una soluzione comoda per molti, in situazioni di sovraindebitamento, può trasformarsi in un ostacolo significativo, limitando la capacità di far fronte ad altre obbligazioni finanziarie.
Nel 2025, grazie alle disposizioni del Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, è possibile intervenire per bloccare le trattenute derivanti dalla cessione del quinto e rinegoziare i debiti attraverso le procedure di composizione della crisi.
Cos’è la Cessione del Quinto?
La cessione del quinto è una forma di rimborso automatico, regolata dal D.P.R. n. 180/1950, in cui la rata viene trattenuta direttamente dalla busta paga o dalla pensione.
Caratteristiche principali:
- Importo massimo trattenibile: 20% dello stipendio o pensione netta.
- Durata massima: 10 anni.
- Accessibilità: Riservata a dipendenti pubblici, privati e pensionati.
In presenza di ulteriori trattenute, come deleghe di pagamento o pignoramenti, la somma complessiva delle trattenute non può superare il 50% dello stipendio o pensione netta, come stabilito dall’art. 545 c.p.c.
Sovraindebitamento e Cessione del Quinto
Il sovraindebitamento si verifica quando un soggetto non è più in grado di adempiere regolarmente alle proprie obbligazioni, a causa di un eccessivo carico debitorio. In tali circostanze, la cessione del quinto può aggravare la situazione finanziaria, riducendo ulteriormente la liquidità disponibile per soddisfare altri debiti.
Secondo i dati pubblicati da CRIF nel suo aggiornamento annuale, oltre il 13% delle richieste di finanziamento nel 2024 è rappresentato da operazioni di consolidamento debiti, spesso legate a situazioni dove è già in corso una cessione del quinto o una delega di pagamento. Inoltre, l’indebitamento medio degli italiani ha superato i 22.000 euro a persona, con punte ancora più alte tra chi ha utilizzato più strumenti di credito contemporaneamente.
Il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza offre strumenti legali per affrontare il sovraindebitamento, permettendo di:
- Bloccare le trattenute derivanti dalla cessione del quinto;
- Rinegoziare i debiti attraverso un piano o una liquidazione;
- Ottenere l’esdebitazione, ossia la liberazione dai debiti residui al termine della procedura.

Come Bloccare le Trattenute della Cessione del Quinto
Secondo l’art. 70 del Codice della Crisi, il giudice, su istanza del debitore presentata dal proprio avvocato, può disporre la sospensione delle trattenute derivanti dalla cessione del quinto, al fine di garantire l’integrità del patrimonio del debitore durante la procedura di composizione della crisi.
Questo orientamento è ormai consolidato nella prassi dei tribunali italiani, i quali, salvo eccezioni particolari, dispongono la sospensione delle trattenute non appena viene avviata formalmente la procedura di composizione della crisi. Ciò vale sia per le cessioni del quinto che per le deleghe di pagamento, a prescindere dalla loro origine contrattuale. L’intento è quello di garantire che il debitore mantenga un minimo vitale e che le risorse economiche residue possano essere equamente distribuite tra tutti i creditori secondo criteri di giustizia e proporzione.
Rinegoziazione dei Debiti
Attraverso le procedure di composizione della crisi, è possibile proporre un piano di ristrutturazione dei debiti o una liquidazione controllata del patrimonio, che possono includere:
- Falcidia dei debiti, ossia la riduzione dell’importo dovuto;
- Dilazione dei pagamenti, con rate sostenibili nel tempo;
- Esdebitazione, al termine della procedura, dei debiti residui non soddisfatti.
Anche i debiti derivanti dalla cessione del quinto possono essere inclusi nella proposta, come previsto dalla normativa vigente.
Le Procedure Possibili: Piano, Concordato e Liquidazione
Il Codice della Crisi prevede diverse procedure in base alla situazione specifica del debitore:
- Il Piano di ristrutturazione dei debiti del consumatore, rivolto a soggetti non imprenditori;
- Il Concordato minore, accessibile ad artigiani, piccoli imprenditori e professionisti;
- La Liquidazione controllata del patrimonio, attivabile anche da chi ha beni da liquidare o un reddito stabile.
Il ruolo dell’avvocato, in collaborazione con l’Organismo di Composizione della Crisi (OCC), è centrale: analizza la situazione economica del cliente, individua la procedura più adatta e redige, assieme ai professionisti coinvolti, la proposta da presentare al tribunale. È l’avvocato, infatti, che deposita materialmente la domanda e segue tutte le fasi della procedura, difendendo gli interessi del debitore.
FAQ – Domande Frequenti
Chi ha una cessione del quinto può accedere alle procedure di sovraindebitamento?
Sì. La presenza di una cessione del quinto non è un ostacolo, ma anzi può essere un elemento che giustifica l’urgenza di una procedura. È possibile chiedere al giudice la sospensione delle trattenute e includere tale debito nella proposta.
È possibile falcidiare anche le cessioni del quinto?
Sì, anche questi debiti possono essere oggetto di falcidia o ristrutturazione, a seconda del tipo di procedura adottata. La normativa lo consente espressamente.
Cosa succede se il giudice non sospende la cessione?
Nel caso raro in cui il giudice rigetti l’istanza, l’avvocato potrà proporre una diversa strategia o eventualmente proporre reclamo. Tuttavia, la sospensione è ormai quasi sempre concessa, perché risponde al principio della par condicio creditorum.
Posso continuare a lavorare o percepire la pensione durante la procedura?
Assolutamente sì. Le procedure non precludono l’attività lavorativa, né incidono sulla titolarità della pensione. Anzi, un reddito regolare può essere utile per strutturare un piano sostenibile.
Conclusione
La cessione del quinto, sebbene utile in determinate circostanze, può diventare un ostacolo significativo in situazioni di sovraindebitamento. Grazie alle disposizioni del Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, è possibile intervenire legalmente per sospendere le trattenute e rinegoziare i debiti, offrendo al debitore una reale possibilità di ripartenza.
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