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Sei sommerso dai debiti? Esiste una via d’uscita!
Se le rate da pagare sono troppe, i creditori bussano alla porta e la paura di pignoramenti o azioni legali ti toglie il sonno, sappi che non sei solo. In Italia, secondo i dati ISTAT, circa il 30% delle famiglie fatica ad arrivare a fine mese, e il numero di soggetti sovraindebitati cresce di anno in anno. Inoltre, uno studio della Banca d’Italia ha evidenziato che circa il 16% dei nuclei familiari ha debiti superiori al proprio reddito annuo disponibile.
Ma c’è una buona notizia: la legge offre una soluzione concreta per chi si trova in difficoltà economica. Si tratta delle procedure di composizione della crisi da sovraindebitamento, strumenti che consentono di ristrutturare il debito o addirittura di liberarsene, garantendo una ripartenza dignitosa.
La Legge 3/2012? Addio, ecco le nuove regole
Fino a qualche anno fa si parlava della Legge 3/2012, conosciuta come “legge salva suicidi”. Oggi, però, questa normativa è stata assorbita nel Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D. Lgs. 14/2019), che ha introdotto strumenti più moderni ed efficaci per chi è in difficoltà.
Ma in concreto, cosa può fare chi non riesce più a pagare i debiti?
Le 3 soluzioni per liberarsi dai debiti
Il nuovo Codice della Crisi prevede tre principali procedure per chi si trova in stato di sovraindebitamento:
1️⃣ Il Piano di ristrutturazione dei debiti (ex Piano del Consumatore)
Perfetto per chi ha debiti con banche, finanziarie o il Fisco e vuole rimborsarli in modo sostenibile. Si può proporre un piano di pagamento su misura, con rate sostenibili e senza dover ottenere l’approvazione dei creditori, purché il giudice lo ritenga equo e fattibile.
2️⃣ Il Concordato minore (ex Accordo di composizione)
Adatto a imprenditori, lavoratori autonomi e partite IVA. Qui serve l’approvazione della maggioranza dei creditori, ma si può negoziare uno sconto sul debito e pagare in modo dilazionato.
3️⃣ La Liquidazione controllata (ex Liquidazione del patrimonio)
Questa procedura è destinata a chi non ha alcuna possibilità di pagare i debiti. A differenza delle altre soluzioni, prevede la messa a disposizione del proprio patrimonio per il soddisfacimento dei creditori. Tuttavia, alcuni beni restano esclusi dalla liquidazione, come:
✅ I beni necessari alla vita quotidiana, inclusi mobili ed elettrodomestici essenziali.
✅ Gli stipendi e le pensioni, ma solo nella parte che eccede il minimo necessario per il sostentamento.
✅ I beni (es. auto) il cui valore sia troppo basso per generare una reale soddisfazione dei creditori.
Una volta completato il percorso, dopo 3 anni si può ottenere l’esdebitazione totale, ovvero la cancellazione definitiva dei debiti residui non soddisfatti.
Chi può accedere a queste procedure "libera debiti"?
Le procedure di composizione della crisi sono riservate a chi non è “fallibile” e quindi:
👤 Privati cittadini (es. dipendenti, pensionati, disoccupati)
🏢 Piccoli imprenditori e artigiani
💼 Partite IVA e professionisti
Per accedere, bisogna dimostrare la propria “meritevolezza” e quindi che il debito è diventato insostenibile per cause indipendenti dalla propria volontà (ad esempio per la perdita del lavoro, problemi di salute, una crisi dell’attività, etc.). La giurisprudenza più recente ha adottato un’interpretazione meno rigorosa del requisito della meritevolezza, favorendo l’accesso alle procedure di composizione della crisi. Si riconosce che il sovraindebitamento può derivare da circostanze imprevedibili e non sempre da condotte colpose del debitore. Questo orientamento ha aperto la strada a una valutazione più elastica, permettendo a un numero maggiore di soggetti di beneficiare degli strumenti di risoluzione della crisi. Oggigiorno, si è assistito ad una progressiva devalutazione del principio di meritevolezza (e conseguentemente ad un maggiore favor debitoris): “quanto al requisito della meritevolezza … impone al Giudice di verificare l’assenza di atti in frode e la mancanza di dolo o colpa grave nella formazione dell’indebitamento… si ha colpa grave se il debitore ha assunto il debito quando era irragionevole, avuto riguardo al proprio patrimonio e al proprio reddito, ritenere di potere restituirlo regolarmente; si ha dolo quando l’obbligazione sproporzionata sia stata assunta consapevolmente o addirittura appositamente. La nuova norma esclude la rilevanza della colpa lieve” (Tribunale di Ferrara, Trieste, Napoli)

Quanto tempo ci vuole e quanto costa?
I tempi variano in base alla complessità del caso e alla procedura scelta:
⏱ Piano di ristrutturazione dei debiti: solitamente tra i 6 e i 12 mesi.
⏳Concordato minore: può richiedere 9-18 mesi, poiché richiede l’approvazione dei creditori
⚖ Liquidazione controllata: si estende su 3-4 anni (ai 3 anni previsti dalla Legge, occorre infatti aggiungere il tempo occorrente per attivare la procedura: raccolta documenti, nomina del Gestore, predisposizione della relazione e del ricorso, etc.).
I costi variano in base alla procedura e alla complessità del caso, includendo:
💰 Spese per il gestore della crisi che variano in base al compenso stabilito dall’OCC (Organismo di Composizione della Crisi) e che vengono preventivate subito dopo aver nominato detto professionista.
⚖ Spese di assistenza legale (avvocato), da concordare con il professionista a cui darete l’incarico di affiancarvi per il buon esito della procedura.
🏛 Costi di giustizia (es. iscrizione a ruolo del procedimento in Tribunale: € 125,00).
Cosa succede dopo? Una nuova vita senza debiti
Molti temono che aderire a una di queste procedure significhi “finire sulla lista nera” per sempre. Non è così!
Dopo la conclusione della procedura, si può tornare a una vita normale: il nome viene cancellato dalle banche dati dei cattivi pagatori e si può ricominciare senza il peso dei debiti passati.
Conclusione: chiedere aiuto è il primo passo verso la libertà dai debiti
Se pensi di non avere più speranze, sappi che una soluzione esiste. Come scrive l’Avv. Riccardo Paganini nel suo libro Oltre il Debito, “il sovraindebitamento non è la fine, ma un momento di difficoltà che si può superare con gli strumenti giusti” (puoi acquistare il libro su Amazon cliccando qui).
Secondo uno studio dell’Università di Bologna, oltre il 70% di chi ha affrontato una procedura di composizione della crisi è riuscito a ricostruire la propria stabilità economica nel giro di 5 anni.
Non aspettare che la situazione peggiori: contatta un esperto e scopri quale soluzione è più adatta al tuo caso.
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