
Indice
Introduzione
Hai ricevuto solleciti da una società di recupero crediti e ti sembra impossibile uscirne? In realtà, esiste una via percorribile, anche legale, per trovare un compromesso economicamente sostenibile: si tratta dell’accordo di saldo e stralcio. Una procedura che, se ben gestita, consente di chiudere definitivamente la posizione debitoria, pagando meno del dovuto e ottenendo la liberatoria.
In questo approfondimento analizziamo con taglio tecnico e pratico:
- cos’è giuridicamente il saldo e stralcio
- in quali casi è proponibile e perché conviene anche al creditore
- le accortezze per non firmare accordi capestro
- la documentazione necessaria e i profili fiscali
- i rischi di invalidità dell’accordo o doppie pretese future
Vedremo infine un esempio concreto e alcune domande frequenti.
Cos’è il saldo e stralcio: definizione giuridica
Si tratta di un accordo transattivo ex art. 1965 c.c., con cui il debitore corrisponde al creditore una somma inferiore rispetto al totale dovuto, a saldo definitivo della posizione. Il presupposto è la volontà delle parti di prevenire o porre fine a una lite, attuale o potenziale, su un credito incerto o di difficile esigibilità.
Può essere pattuito anche se il debito è certo e liquido, ma sussistono difficoltà oggettive o soggettive (es. assenza di beni aggredibili, prescrizione vicina, situazioni patrimoniali compromesse).
Quando è opportuno proporre il saldo e stralcio?
È una soluzione valutabile quando il credito:
- è stato ceduto da una banca/finanziaria a una società di recupero (cessione del credito ex art. 1260 c.c.)
- non è assistito da garanzie reali o personali facilmente attivabili
- è oggetto di una segnalazione a sofferenza nei sistemi di informazione creditizia (CRIF, Experian, ecc.)
- presenta vizi formali (prescrizione, nullità delle clausole contrattuali, mancata notifica)
Fondamentale è valutare con un avvocato se ci siano i presupposti per contestare il credito o se, in alternativa, sia opportuno chiudere la posizione in via transattiva.
Vantaggi per il debitore (e per il creditore)
Dal lato del debitore:
- chiusura definitiva della posizione debitoria
- importo ridotto anche fino al 70-80%
- liberatoria utile per riabilitare la posizione in CRIF
- assenza di procedure giudiziarie o pignoramenti
Per il creditore, soprattutto se cessionario, incassare subito una somma ridotta può essere preferibile a un lungo e incerto recupero giudiziale.

Attenzione: mai accordi solo verbali
Un accordo di saldo e stralcio è efficace solo se redatto in forma scritta, con:
- riferimenti precisi alla posizione debitoria
- indicazione della somma concordata a saldo
- rinuncia espressa da parte del creditore a ogni ulteriore pretesa
- impegno alla cancellazione delle segnalazioni negative
In mancanza, il debitore potrebbe vedersi richiesto un ulteriore pagamento anche dopo anni.
Quali documenti servono per negoziare?
È bene raccogliere:
- l’estratto conto aggiornato o la lettera di cessione del credito
- le lettere ricevute dal nuovo creditore
- eventuali vecchi contratti di finanziamento
- eventuali atti giudiziari (decreti ingiuntivi, pignoramenti)
Utile anche una dichiarazione ISEE o altra documentazione reddituale/patrimoniale per dimostrare la condizione di difficoltà.
Saldo e stralcio e fiscalità: cosa sapere
Attenzione: in alcuni casi la parte di debito “stralciata” viene considerata reddito imponibile per il debitore. È importante che nell’accordo si specifichi se il creditore rinuncia definitivamente al credito senza riserva, così da evitare spiacevoli sorprese con l’Agenzia delle Entrate.
Aspetti del Saldo e Stralcio | Dettagli |
---|---|
Vantaggi per il debitore | Importo ridotto, cancellazione da CRIF, nessuna causa o pignoramento |
Vantaggi per il creditore | Incasso immediato, evitare costi legali, chiusura contenziosi |
Accortezze da adottare | Mai accordi verbali, serve rinuncia espressa, indicazioni precise |
Documenti necessari | Estratti conto, lettere creditori, contratti, atti giudiziari |
Un esempio concreto: chiusura con risparmio dell’80%
Una nostra assistita di Cesena, con un debito originario di € 12.500 verso una finanziaria, riceveva solleciti da una società di recupero. Dopo aver verificato la prescrizione parziale e l’assenza di titoli esecutivi, abbiamo proposto un saldo di € 2.500. Il creditore ha accettato. La cliente ha ricevuto liberatoria e cancellazione CRIF in 40 giorni.
FAQ – Domande frequenti
Il creditore può rifiutare il saldo e stralcio?
Sì. È una proposta transattiva: non vincola il creditore, ma spesso è accettata se l’alternativa è non incassare nulla.
Posso trattare da solo?
Puoi, ma è rischioso. Solo un legale può valutare la legittimità del credito e negoziare in modo tutelante.
Serve l’autenticazione della firma?
No, ma l’accordo deve essere chiaro e completo. Consigliata la PEC o firma digitale per tracciabilità.
Il saldo e stralcio cancella la segnalazione negativa?
Solo se accompagnato dalla liberatoria del creditore, da trasmettere ai SIC (CRIF, ecc.).
Conclusione
Il saldo e stralcio è uno strumento efficace, ma va gestito con attenzione, competenza e consapevolezza. Non basta un’offerta “a caso”: serve una strategia. Se stai ricevendo solleciti e non sai come uscirne, valuta con noi se è possibile chiudere la tua posizione con un accordo vantaggioso.
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