
Hai ricevuto solleciti di pagamento da banche o finanziarie e non riesci più a sostenere il debito? Temi che prima o poi possa arrivare un pignoramento o che il tuo nome resti per anni nella lista dei cattivi pagatori? In questi casi, una delle soluzioni più efficaci è il saldo e stralcio, uno strumento legale che consente di chiudere una posizione debitoria pagando solo una parte del debito.
Attenzione: non si tratta di una magia o di una legge automatica, ma di una vera e propria trattativa con il creditore, che se ben gestita può portare a risultati importanti. In questo articolo vediamo come funziona il saldo e stralcio, quando è davvero conveniente, quali sono i rischi da evitare e come puoi utilizzarlo per ripartire senza più l’incubo dei debiti.
Indice
Cos’è il saldo e stralcio?
Il saldo e stralcio è un accordo transattivo tra debitore e creditore con cui:
- il debitore si impegna a versare una somma inferiore rispetto all’importo originario;
- il creditore, in cambio, rinuncia alla parte restante del credito e chiude la posizione.
Una volta firmato l’accordo e versata la somma pattuita, il debito si considera estinto e non potranno essere avviate ulteriori azioni di recupero. Inoltre, è importante che il creditore rilasci una liberatoria scritta, utile anche per ottenere la cancellazione dalle centrali rischi come la CRIF.
Quando conviene il saldo e stralcio?
Questa soluzione può rivelarsi vantaggiosa in molti casi pratici, in particolare quando:
- il debitore è in grave difficoltà economica (es. disoccupazione, malattia, separazione);
- il creditore sa che la riscossione integrale sarebbe lunga e incerta;
- il credito è stato ceduto a una società di recupero (che l’ha acquistato a prezzo scontato);
- il debitore non ha beni aggredibili o ha già in corso altri pignoramenti;
- si vuole evitare un’azione giudiziale costosa e rischiosa.
Il saldo e stralcio conviene anche al creditore, che così riesce a incassare subito almeno una parte del credito senza attendere anni o affrontare cause.
Chi può accettare un saldo e stralcio?
Praticamente tutti i creditori, tra cui:
- Finanziarie e banche: sono tra i soggetti più abituati a gestire saldo e stralcio, soprattutto per piccoli prestiti e carte revolving;
- Società di recupero crediti: avendo comprato il credito a un prezzo ridotto (a volte al 10-20% del valore nominale), possono accettare soluzioni anche molto vantaggiose per il debitore;
- Agenzia Entrate Riscossione: solo in casi particolari e tramite procedure formalizzate come la “rottamazione” o la composizione della crisi da sovraindebitamento;
- Privati o fornitori commerciali: anche in ambito aziendale, un saldo e stralcio può evitare liti e mantenere rapporti commerciali.
Attenzione: saldo e stralcio non è una legge!
A differenza della “rottamazione delle cartelle”, il saldo e stralcio non è previsto da una legge specifica, ma è una pratica negoziale. Ciò significa che:
- il creditore non è obbligato ad accettare;
- serve una proposta credibile e ben strutturata;
- occorre formalizzare tutto per iscritto, prima di effettuare pagamenti.
Per questo motivo, è fondamentale farsi assistere da un legale o da un gestore della crisi: una trattativa improvvisata può portare a errori irreparabili.

Esempi pratici di saldo e stralcio
- Debito di 10.000 euro con una finanziaria: il cliente, disoccupato da oltre un anno e senza beni aggredibili, ottiene uno sconto del 50% e chiude con 5.000 euro versati in un’unica soluzione.
- Fido bancario da 30.000 euro non rientrato: la banca cede il credito a una società che accetta il 35% a saldo, pari a 10.500 euro.
- Debito per bollette e forniture non pagate da un piccolo commerciante: dopo la chiusura dell’attività e la rinuncia al credito IVA, il fornitore accetta un saldo del 40% pagabile in tre rate.
Come si fa un saldo e stralcio sicuro? Le 5 regole d’oro
- Valuta la tua posizione debitoria: quanti debiti hai, con chi, e in che stato sono?
- Fai una proposta sostenibile: paga solo ciò che puoi permetterti davvero.
- Chiedi sempre la risposta per iscritto: senza un accordo scritto, il pagamento è solo un acconto.
- Pretendi la liberatoria dopo il pagamento: è la prova che il debito è stato chiuso definitivamente.
- Controlla le centrali rischi: dopo il pagamento verifica se la posizione è stata aggiornata o se occorre fare una richiesta di cancellazione.
Cosa succede se accetti un saldo e stralcio senza tutelarti?
Purtroppo molti si fidano di accordi telefonici o pagano sulla base di una semplice email. Gli errori più comuni sono:
- mancanza di una lettera di accordo con firma e data;
- pagamento parziale che non viene considerato liberatorio;
- mancata cancellazione dalle banche dati (CRIF, Experian…);
- cessione del credito residuo a terzi.
Un accordo di saldo e stralcio deve essere preciso e blindato, meglio se redatto da un avvocato.
Statistiche: quanto è diffuso il fenomeno in Italia?
Secondo dati pubblicati da CRIF, nel 2023 oltre 8 milioni di italiani risultano registrati come cattivi pagatori. Di questi, più del 30% ha accumulato più di due posizioni debitorie insolute.
Sempre nel 2023, le società di recupero crediti hanno gestito oltre 95 miliardi di euro di crediti deteriorati, e oltre il 60% delle posizioni è stato risolto tramite accordi stragiudiziali, tra cui il saldo e stralcio.
Fonte: CRIF – Centrale Rischi Finanziari
Esiste un’alternativa al saldo e stralcio?
Sì. Quando il saldo e stralcio non è possibile o i debiti sono troppo elevati, si può ricorrere alla composizione della crisi da sovraindebitamento. Questa procedura prevede:
- la sospensione di pignoramenti e azioni esecutive;
- la nomina di un gestore della crisi;
- un piano di ristrutturazione del debito approvato dal tribunale;
- l’esdebitazione finale, ovvero la cancellazione del debito residuo.
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Conclusione
Il saldo e stralcio è una delle soluzioni più efficaci per chi ha debiti e vuole chiudere le posizioni in modo definitivo, senza finire in tribunale. Ma va gestito con attenzione, perché non tutti gli accordi sono sicuri, e un errore può costare caro.
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- valutare se il saldo e stralcio è la strada giusta;
- contattare i creditori e trattare le migliori condizioni;
- ottenere un accordo scritto, sicuro e completo;
- richiedere la cancellazione dalle centrali rischi.
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